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TUTTOSCIENZE - IL CIELO
http://www.lastampa.it/2013/06/25/scienza/il-cielo/



A TORINO UNA MERIDIANA
CHE SUGGERISCE IL SILENZIO




Da qualche giorno Torino ha una meridiana monumentale opera del più famoso gnomonista italiano, Lucio Maria Morra, nato nel 1952 a Fossano, matematico, pittore, animatore culturale e dal 1998 monaco buddhista di tradizione Zen. Qui accanto lo vediamo appoggiato allo stilo polare nella foto che gli ha scattato Paolo Volpi. Per la parte architettonica ha collaborato l’architetto Raffaello Bocco.
La meridiana sorge nella centralissima piazza Solferino, finalmente restituita al suo disegno originale dopo aver ospitato anche troppo a lungo i prefabbricati disegnati da Giorgetto Giugiaro al servizio delle Olimpiadi della neve del 2006. Si tratta di un quadrante solare pseudo-orizzontale: l’ombra proiettata da uno gnomone polare di 5,9 metri scorre su una ellisse di 14 metri per 11,80 tracciata nella pavimentazione della piazza, sul lato meridionale, dove l’esposizione al Sole è più favorevole.
Come ha fatto notare il sindaco Piero Fassino all’inaugurazione, questa meridiana è frutto di una virtuosa collaborazione pubblico-privato. Il Comune ha ceduto l’uso del sottosuolo di piazza Solferino – uno dei tre “salotti” della città, con piazza San Carlo e piazza Castello – consentendo la realizzazione di parcheggi per auto privati (5 piani, 233 posti auto) ad uso di chi abita nei dintorni. Meridiana e sistemazione della piazza e dei giardini (15 nuovi ippocastani, 10 pruni, 800 rose e 12 gelsomini) rientrano negli accordi di concessione all’impresa costruttrice del parcheggio, e sono stati quindi a costo zero per i cittadini.
Curiosamente ora un tenue nesso astronomico collega i due lati della piazza: a Sud c’è la nuova meridiana di Lucio Maria Morra, a Nord, fin dal 1930, la Fontana Angelica, costituita da gruppi di statue che si richiamano alle quattro stagioni, opera dello scultore Giovanni Riva. Dunque rotazione e rivoluzione della Terra... Sono stati restaurati anche gli altri due monumenti della piazza: a Sud, presso la meridiana, si leva la statua del patriota messinese Giuseppe La Farina, al centro spicca il monumento equestre a Ferdinando di Savoia-Genova, colto dallo scultore Alfonso Balzico nell’istante in cui il suo cavallo viene colpito a morte durante la battaglia di Novara del 1949.
Nel concepire la meridiana di piazza Solferino, Lucio Maria Morra si è attenuto a una poetica minimalista, come è nel suo carattere. La pavimentazione del quadrante è in porfido, con inserti in marmo bianco, granito di Montorfano e diorire nera. Lo stilo, in ferro, orientato sul meridiano e parallelo all’asse terrestre, ha una linea essenziale e una intensa colorazione blu che contrasta con il rosso della mensola sulla quale appoggia. Dove lo stilo affonda nel terreno si leggono le coordinate: 45° 04’ 05” di latitudine Nord e 7° 40’ 36” di longitudine Est.
Completano l’opera l’inserto in diorite di un semplice toro rampante – simbolo della città – e una targa informativa in ottone che riporta l’equazione del tempo e ricorda che il mezzogiorno vero di Torino arriva con mezz’ora di ritardo (29 minuti e 18 secondi) sul mezzogiorno del fuso dell’Europa Centrale (15° Est rispetto a Greenwich), che passa sull’Etna. Dovrebbero leggere queste istruzioni per l’uso i numerosi passanti che si soffermano a confrontare l’ora segnata dalla meridiana su quella del proprio orologio da polso: ho sentito due anziani (probabili) pensionati commentare: “A l’è quasi giusta!” (e avevano tenuto conto dell’ora estiva)...
Dopo un lungo soggiorno in Brasile durante il quale ha lavorato intensamente con il pittore Luiz Hamen producendo circa duemila opere grafiche e pittoriche, Lucio Maria Morra è tornato ad abitare in provincia di Cuneo, a Sant’Albano, dove si occupa di iniziative culturali molto apprezzate in tutto il territorio circostante. Straordinaria la sua impresa nel restaurare le 34 antiche meridiane esistenti a Bellino, in alta valle Varaita, di tradizione occitana e datate dal 1735 al 1934. Gnomonista di fama internazionale, autore di oltre 200 meridiane disseminate in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Emilia, Toscana e in Francia, da qualche tempo è tornato a privilegiare l’attività artistica, lavorando a meridiane soltanto quando il progetto o il restauro hanno particolare interesse: è il caso della dimora storica di Palazzo Righini e della vicina Chiesa dei Battuti Neri a Fossano.
C’è qualcosa di semplice e grandioso in ogni meridiana. Il quadrante è una rappresentazione del cielo e dei moti reali del nostro pianeta (o se volete dei moti apparenti del Sole). Lì cielo e Terra si incontrano e l’ombra dello gnomone scandisce il tempo nella sua fugacità così come nella permanenza del suo ciclico ritorno. L’ombra si sposta in opposizione al Sole, quasi come per indicare un tempo che scorre contro corrente, e l’ora segnata è l’unica vera di quel luogo, appartenendo esclusivamente alla specificità del sito e alla geometria dei moti celesti, e non a qualche convenzione umana come i fusi orari, l’ora legale o le oscillazioni quantistiche degli orologi atomici.
Nelle meridiane si intrecciano matematica, astronomia, arte e costume. Di solito pensiamo ad esse come a un antico modo per segnare il tempo. Ma certe meridiane sono state anche fondamentali strumenti di ricerca: basti pensare alla meridiana di San Petronio a Bologna, che permise a Cassini di discriminare tra i sistemi di Tolomeo, di Copernico e di Tycho Brahe valutando la loro maggiore o minore adeguatezza alle osservazioni solari (variazioni della velocità e del diametro apparente della nostra stella nell’arco dell’anno).
Dal punto di vista del costume, oltre alla grafica, nelle meridiane è spesso significativo il motto, che talvolta è filosofico, tal’altra ironico, o a sfondo religioso, letterario, patriottico, persino politico. Lucio Maria Morra ha disegnato la meridiana di piazza Solferino senza motto. Un’assenza che sembra alludere al silenzio. In questa Italia se ne sente un gran bisogno.

Piero Bianucci




















piero bianucci



25-06-2013
LASTAMPA.IT